Come si muore oggi | Charles Willeford

Gialloliva | Trasmessa il: 02/27/2006



Bisogna dar atto alla Marcos y Marcos di Marco Zapparoli di aver mantenuto una promessa, un evento che nell’editoria italiana non è poi così frequente, completando, in un paio di anni, la pubblicazione della traduzione italiana della quadrilogia che Charles Willeford ha dedicato negli anni ’80  all’ispettore Hoke Moseley, della polizia di Miami, Florida.  Ci aveva provato, una decina di anni fa, la Fanucci, per iniziativa di Daniele Brolli, ma non era andata oltre i tre titoli e quell’edizione, comunque, è ormai introvabile.  Il che era un peccato, perché il personaggio rappresenta un unicum nel panorama del noir contemporaneo: un modello irresistibile di detective piccolo borghese, che altro non desidera che una vita il più possibile senza scosse e la tranquillità sonnolenta della sezione “casi freddi” (quella che riesamina periodicamente i fascicoli dei problemi irrisolti), e invece si trova regolarmente alle prese con i malviventi più efferati e i delitti più orrendi che la giungla metropolitana di Miami possa offrire.   Anzi, in questo The Way We Die Now (che la Fanucci aveva intitolato Morire oggi), con cui nel 1988 si concluse la serie causa la scomparsa prematura dell’autore, Hoke deve operare oltre i confini stessi della metropoli: lo costringono a indossare gli abiti più lisi del suo già misero guardaroba, gli impediscono di radersi, lo orbano della sua fida dentiera e lo scaraventano tra alligatori e zanzare nel cuore delle Everglades – la vasta zona paludosa al centro dello stato – per indagare sotto mentite spoglie su un traffico di schiavi haitiani dalle connotazioni particolarmente inquietanti.  Arriverà alla soluzione, naturalmente, a suo modo: passin passetto, affrontando un problema alla volta, aggrappandosi con tenacia a quel po’ di buonsenso e al molto istinto di sopravvivenza che gli sono dati, forte della convinzione che i cattivi, per quanto cattivi siano (e quelli di Willeford, ve lo assicuro, non hanno da temere confronti) sono anche, in ultima analisi, dei perfetti imbecilli.  Il guaio è che mentre Hoke si dedica a questa riluttante crociata, non priva di risvolti grotteschi e notazioni comico macabre, gli si sfascia intorno quel mondo di piccole cose e modeste soddisfazioni che si era faticosamente costruito nei romanzi precedenti, il simulacro di famiglia che aveva messo insieme con la ex collega Ellita, il bambino di lei, i suoi innumerevoli parenti cubani  e le due figlie che la moglie divorziata gli aveva rispedito di punto in bianco per potersi sposare con un campione di baseball.   Ma così è la vita e ogni volta si deve ricominciare, anche se noi non sapremo mai come il personaggio farà a ritrovare il suo equilibrio.   Il che non ci impedisce, per fortuna, di apprezzare uno dei noir più strepitosi che questo autore sottovalutato e misconosciuto ci ha  lasciato.

27.02.’06

Charles Willeford, Come si muore oggi (The Way We Die Now, 1988), tr.it. Giancarlo Carlotti, "Gli alianti" – Marcos y Marcos, pp. 272, € 14,00