Balkan Bang! | Alberto Custerlina

Gialloliva | Trasmessa il: 03/09/2009


    Un titolo insolito per questa opera prima, che mette in rilievo da subito una certa impostazione fumettistica, con una storia a tinte forti condotta per squarci veloci. Ma anche l'ambientazione è piuttosto originale: ci porta nella Sarajevo di oggi, una città segnata da un'overdose di violenza che, a quanto parte, non ha ancora potuto smaltire. L'autore, triestino poco più che quarantenne, evidentemente conosce bene i Balcani e riesce a mettere in scena con naturalezza e senza forzature nella capitale della Bosnia una feroce storia di criminali. Una storia di mafia o di camorra, diremmo, se non che laggiù le situazioni sono ancora più complicate che da noi, perché alla divisione in comunità etniche contrapposte della comunità civile fa riscontro quella, non coincidente, ma analoga, del mondo criminale. Di “cupole” a Sarajevo ce ne sono parecchie, serbe, croate, montenegrine, bosniache (o meglio, “bosgnacche”, come correttamente, pur se con un pizzico di civetteria, scrive l'autore), rom e chissà che altro. Sì, esisteva una vecchia mafia interetnica, jugoslava, ma è in crisi: quello che ne è stato per decenni il capo incontrastato è vecchio e malato, i suoi metodi hanno perso di mordente, il suo regno si sta sfaldando e tanto i suoi vecchi collaboratori quanto i nuovi arrivati pensano alla successione, che scatena appetiti notevoli, vista la quantità di droga, armi e prostituzione che passa da quelle parti. Tutti sono contro tutti, i serbi contro i croati, i serbi e i croati contro i montenegrini, eccetera, e per di più c'è un'entità indefinita, una figura misteriosa, il leader di una specie di organizzazione ombra che tira le fila degli intrighi, ma sfugge a ogni tentativo di identificazione. Nel frattempo ne succedono di ogni: stragi nei ristoranti, sparatorie, massacri più o meno gratuiti, incendi, rapimenti, sevizie... la trama si dipana a ritmo serratissimo e qualche vota indulge un po' al Grand Guignol, come quando entrano in scena tre killer gemelli, che agiscono sempre in gruppo (ma non dureranno a lungo) o una loro collega psicotica sadomaso, che tra le sue specialità ha quelle di evirare le proprie vittime a morsi. Ma non bisogna lasciarsi impressionare, naturalmente, perché come in ogni noir che si rispetti c'è l'elemento positivo, il portatore di una sia pur provvisoria redenzione, nella persona di Emir, poliziotto di provincia appena trasferito alla capitale, alle prese con un collega schizzatissimo che rifiuta ogni regola e un capo bigotto e formalista che solo alle regole sa pensare. Ma questa, sembra dirci l'autore, è la realtà del mondo di oggi e forse non solo nei Balcani.
    Mi rendo conto che a raccontarlo così Balkan bang sembra una storiaccia, una specie di “Segretissimo” di quelli non proprio entusiasmanti finito per errore nel catalogo di un altro editore e per di più in una collana con qualche velleità sperimentale. Ma a portarci su un piano completamente diverso basta la pulizia della scrittura di Custerlina, il suo senso del ritmo narrativo e la capacità di suscitare tensione con mezzi, tutto sommato, semplicissimi. Ci troviamo davanti a un autentico noir contemporaneo d'azione, di quelli che compaiono, ormai, sempre più raramente nel panorama standardizzato del giallo nazionale. Rallegramenti all'autore e non lasciatevelo scappare.

    09.03.'09
    Alberto Custerlina, Balkan Bang!, "WalkieTalkie" – Perdisapop, pp.317, € 16,00